Indicate spesso con l’acronimo REE (Rare Earth Elements), vengono definite rare non perché la quantità di questi elementi è limitata, ma perché ogni giacimento ha una bassa concentrazione con altissimi costi di estrazione
Sono 17 elementi chimici: cerio (Ce), disprosio (Dy), erbio (Er), europio (Eu), gadolinio (Gd), olmio (Ho), lantanio (La), lutezio (Lu), neodimio ( Nd), praseodimio (Pr), promezio (Pm), samario (Sm), scandio (Sc), terbio (Tb), tulio (Tm), itterbio (Yb) e ittrio (Y).
Ma come vengono utilizzate?
Grazie alle loro caratteristiche magnetiche e conduttive, ma soprattutto di resistenza alle alte temperature, sono coloro che hanno permesso la riduzione del peso e delle dimensioni di dispositivi come pc, smartphone, tv e dispositivi simili.
Quindi risultano essenziali per prodotti tecnologici, principalmente dell’industria tecnologica, elettronica, spaziale e petrolchimico ma anche per tecnologie green come pannelli fotovoltaici e auto elettriche.
Ma perché potrebbero avere un ruolo cruciale nello sviluppo delle sorti geopolitiche mondiali?
Come evidenzia il grafico, il 38% delle riserve mondiali di terre rare appartengono alla Cina, seguita da altre potenze mondiali come Brasile, Russia e India, ovvero i cosiddetti BRIC, Paesi caratterizzati da una forte crescita del Prodotto Interno Lordo (PIL) e della quota del commercio mondiale.
Uno dei loro obiettivi è la de-dolarizzazione del mercato finanziario globale e con la crescita della richiesta di questi elementi chimici, hanno sicuramente un’arma in più dalla loro parte.
E tu conoscevi le terre rare? Pensi che diventeranno l’oro del futuro?