FINO A QUANDO DILETTANTI?

Gli eccellenti risultati ottenuti dalla Nazionale italiana femminile ai recenti Mondiali di Francia 2019 hanno fortemente richiamato l’attenzione mediatica sul calcio femminile. Non solo sulle imprese del team allenato da Milena Bertolini, ma anche su stupendi e ingaggi delle calciatrici italiane.

Ci teniamo a precisare che, come detto più volte, il calcio non può essere considerato un “eden felice” per tutti coloro che giocano in serie A. Ancor di più per le giocatrici, almeno nella serie A italiana. Le ragazze, a differenza dei colleghi maschi, sono considerate dei ‘dilettanti’ e non dei ‘professionisti’, aspetto che si riflette sulle somme che le stesse percepiscono dai club. Le conseguenze? Pochissime tutele, limite temporale dei contratti (12 mesi), soglie massime di introiti previsti! In attesa che il Regolamento FIGC possa tutelare maggiormente le calciatrici italiane, si ricorre spesso a indennità e rimborsi spesa (non possono superare le 61 euro al giorno per non più di 5 giorni alla settimana),

La media stipendio attuale è di 15 mila euro lordi all’anno, con solo poche atlete in grado di percepire compensi superiori. Le società non sono inoltre tenute al versamento dei contributi, rendendo quindi la professione della calciatrice un lavoro “precario” e complesso per la costruzione di un futuro sereno. Nei campionati minori la situazione è ancor peggiore, con salari poco superiori alle 300/400 euro. Cifre quindi lontanissime dagli stipendi dei colleghi maschi…ma anche delle colleghe statunitense o di altri paesi europei.

Un esempio? Jill Ellis, allenatrice della Nazionale femminile a stelle e strisce, ha guadagnato nell’ultimo anno 418.645 dollari. Decisamente distante dal milione dall’alter ego “maschile” Gregg Berhalter (100.000 dollari di stipendio nel primo mese di lavoro e un bonus di 200.000 alla firma), ma sicuramente in una posizione molto più vantaggiosa delle “nostre azzurre”!

Ph – calcioefinanza.it

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