Vi ricordate la nota commedia diretta da Sergio Martino? Ecco, quel titolo potrebbe essere oggi riproposto, per raccontare la fine che hanno fatto, alcuni importanti ex calciatori, diversi dei quali hanno indossato anche la maglia di squadre italiane.
Uomini ricchi, taluni ricchissimi che, ad oggi, avrebbero perso, se non tutto, almeno una parte della fortuna accumulata. Che fine abbiano fatto ce lo racconta, appunto, il sito Goalitalia.com che dedica un articolo a quei calciatori che sono passati dalla fama alla fame (o quasi) e dai pantaloncini alle mutande.
Nel senso di essere rimasti senza il becco di un quattrino. O poco ci manca. In mutande appunto.
Aver perso tutti i soldi che avevano, o quasi. Tra debiti con il fisco o con privati, oppure come diceva George Best, di averli sperperati. Come? Tra vizi e stravizi come alcool o droghe oppure macchine veloci, e tutto quello che un uomo che fa il calciatore può desiderare di avere. Altri semplicemente hanno perso soldi perché li hanno investiti male. Talvolta l’una e l’altra cosa vanno di pari passo.
Ma chi sono questi calciatori?
Tra loro c’è Andreas Brehme. L’“angelo biondo”, ex storico terzino sinistro dell’Inter tricolore di Giovanni Trapattoni, arrivato in Italia alla fine degli anni Ottanta. Secondo quanto riporta il sito Goal.com, in un articolo di qualche anno fa, Brehme avrebbe avuto (o avrebbe ancora) problemi con il fisco tedesco per una cifra intorno ai 200 mila euro, e un’ipoteca sulla casa per altri 400 mila. Oggi le cose sembrerebbero migliorate visto che Motoretta, come veniva chiamato all’epoca, è tornato nel mondo del calcio e fa l’osservatore.
O Jorge Cadete. Chi se lo ricorda? Ecco lui, a quanto pare, avrebbe perso quasi tutto. Il sito Fantagazzetta.it riporta alcune sue dichiarazioni rilasciate ad una tv portoghese in cui l’ex centravanti avrebbe ammesso di “aver perso tutti i soldi guadagnati”. E nel corso della sua carriera Cadete, di soldi, ne ha guadagnati tanti. Fino a 4 milioni di euro. Attualmente vivrebbe invece, come si dice in povertà: con il sussidio di 189 euro a settimana e di lavori saltuari nel cinema, tanto da essere tornato a vivere a casa con i genitori. Ex centravanti del Brescia di Mircea Lucescu negli anni Novanta, fece coppia con Stefano Borgonovo ma purtroppo gol arrivarono con il contagocce. Da molti è allora ricordato per il titolo che la Gazzetta dello Sport gli dedicò all’indomani del suo primo gol in Italia, nella partita che il Brescia perse al Rigamonti contro il Cagliari, e nella quale, a un certo punto, si mise a nevicare. Segna Cadete e nevica al Rigamonti. Fu quello allora lo spunto, per il titolo che l’indomani gli dedicò il quotidiano sportivo in rosa: “Il suo primo gol in Italia fa nevicare”.
E ancora Maurizio Schillaci, il cugino di Totò, l’ex centravanti di Juve e Inter, eroe di Italia ’90. Maurizio, secondo alcuni, sarebbe stato addirittura più forte del cugino Totò, ma la fortuna non lo avrebbe aiutato. Ha vestito le maglie di Licata, Lazio, Messina e Juve Stabia arrivando a guadagnare fino a 500 milioni (delle vecchie lire) a stagione. Poi, l’incontro con la droga, dalla quale non si sarebbe più ripreso. Oggi, a quanto pare, vive nei pressi della stazione centrale di Palermo, chiedendo l’elemosina.
di Simone Nastasi
Fonte: www.iogiocopulito.it